Il collegio di Giudici del Tribunale di Termini Imerese, composto da Alcamo, Cirrincione e Marino, ha condannato a 3 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, imputato con l’architetto Maria De Nembo per i fatti risalenti al 3 novembre del 2018 quando nel territorio di Casteldaccia per le forti piogge esondò un torrente che travolse una villetta. Nella tragedia persero la vita nove persone tra i quali due bambini di uno e tre anni.
Il giorno dell’esondazione era prevista un’allerta rossa per il maltempo e la villetta fu invasa da una massa di acqua e fango che non lasciò scampo ai nove componenti del nucleo familiare in contrada Dagali di Cavallaro. Quella notte si salvarono solo in quattro: Giuseppe Giordano, commerciante di moto che aveva affittato la villetta vicino al fiume Milicia e che si aggrappò a un albero e il cognato Luca Rughoo. Salve anche le figlie dei due uomini di 11 e 12 anni che erano andate con Rughoo a comprare i dolci. La casa era abusiva e sull’immobile pendeva un provvedimento di demolizione.
Giovanni Di Giacinto è attualmente ricandidato con una lista civica per ricoprire la carica di Sindaco di Casteldaccia, a sfidarlo Pippo Pinello, anche lui espressione di una lista civica che proprio questa mattina scriveva sui social: “Abbiamo saputo che in queste ore si sta svolgendo l’udienza per la sentenza relativa al processo che vede coinvolto il sindaco uscente Giovanni Di Giacinto e la Dirigente comunale Arch. De Nembo. Ci auguriamo vivamente che riescano a dimostrare la loro totale innocenza e che possano ritornare, rispettivamente, il primo a terminare la sua campagna elettorale e la seconda ad operare nel suo ruolo”.
L’imputazione per Giovanni Di Giacinto e la funzionaria era di omicidio colposo per il quale è arrivata la condanna, e omissione di atti d’ufficio per la quale è arrivata l’assoluzione. Condannato anche Pace, il padrone di casa, terzo imputato del processo. Mentre era arrivata già da parte del GIP l’archiviazione per non aver commesso il fatto per il sindaco pro tempore dal 2013 a Maggio 2018 Fabio Spatafora e per Rosalba Buglino, Alfio Tornese e Michele Cara Pitissi, tutti e tre dell’ufficio comunale con competenze in materia di sanatoria o condono edilizio e per la moglie di Pace.